In questi giorni ho letto molti articoli oltraggiosi, in merito alla decisione sofferta e liberatoria di Benedetto XVI. Rimando a Platone.
"Proprio nelle circostanze in cui ci sentiamo naturalmente portati a essere particolarmente audaci e spavaldi dovremmo, pare, esercitarci a essere il meno possibile pieni di imprudenza e di spavalderia così da temere di osar dire o sperimentare o anche compiere ogni volta qualcosa di ignobile"
(Platone, Leggi, Libro I)
Ogni tanto dimentico di essere vivo. Una coincidenza [...] mi ha fatto rendere conto recentemente che una delle mie idee fondamentali sulla vita si è estinta dentro di me: l'idea del futuro. Non ho nemmeno la più piccola nuvola di desiderio per il futuro. Una distesa uniforme. Perchè un giorno del mio settantesimo anno non dovrebbe essere esattamente identico al giorno presente? Sono vissuto troppo a lungo vicino alla morte per essere in grado di aprire gli occhi su possibilità meravigliose? Ciò che è sicuro è che mi limito a pensare da un giorno all'altro, che decido oggi cosa succederà domani e nei giorni a venire. Può forse essere irrazionale, poco pratico e perfino non-cristiano - quel predicatore sulla Montagna vietava perfino questo interesse per il domani - ma a me sembra profondamente filosofico... Capii che avevo perso l'abitudine di desiderare, senza nemmeno volerlo. F. W. Nietzsche, Lettera a Brandes
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