mercoledì 6 febbraio 2013
Indirizzate il vostro cuore al Signore...
Un cristiano non può essere un adoratore del furto attraverso le sue mille forme di appropriazione di ciò che non è frutto del sudore della sua fronte e nello stesso tempo recarsi in Chiesa per offrire offerte al suo santo protettore. Non può adorare il divorzio, l’adulterio, lo stupro, l’incesto, la pedofilia e ogni altra forma di deviazione del giusto rapporto con il suo corpo e il corpo dell’altro e poi praticare la religione con disinvoltura, occupando anche posti di rilievo nella comunità dei credenti. È la non coscienza con cui si vive questo miscuglio che il Signore condanna. Lui non condanna il travaglio della vera conversione, quel cammino costante che va dalla liberazione da ogni superstizione e idolatria, falsa adorazione e concezione magica della stessa religione. Il travaglio è essenza, sostanza della stessa conversione.
Il Signore condanna la tranquillità della nostra coscienza, il sonno morale della nostra mente e del nostro spirito, l’acquiescenza al male, la coabitazione pacifica nel nostro cuore di delitto e solennità, adorazione di Dio e della bestia. È questo sposalizio perenne, duraturo che non va. L’adorazione di Dio deve essere esclusiva. Solo Dio e nessun altro. Solo la sua Legge, il suo pensiero, la sua giustizia, verità, santità, carità, misericordia, amore, fedeltà. Solo i suoi Comandamenti e i suoi statuti.
Un cristiano non può adorare i suoi pensieri, la sua volontà, i suoi sentimenti, quanto passa per la sua mente. Oggi è adoratore di se stesso. Sono molti coloro che si fanno paladini di Dio, mentre la loro vita è fuori dal suo pensiero e dalla sua verità. Questa commistione di bene e male, giusto e ingiusto, vero e falso, amore e odio, è il vero male del cristiano oggi. Anche la più alta e nobile verità di Cristo Gesù oggi è sottoposta a convivenza con il pensiero religioso di chi lo ha ridotto ad uno come gli altri.
(Mons. Costantino di Bruno, Periodico Movimento Apostolico, 03-02-2013)
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