E' per noi naturale il giudicare delle cose secondo
le loro apparenze esterne — dato che le nostre conoscenze hanno origine dal
senso, che ha per oggetto proprio ed essenziale le qualità esteriori —, ne
consegue che certe cose che assomigliano ad altre quanto all‘apparenza esterna,
rispetto a queste sono dette false: come il fiele è un falso miele, e lo stagno
è un falso argento. E per questo motivo S. Agostino [Solil. 2, 6] dice che «noi
chiamiamo false quelle cose che hanno l‘apparenza del vero». E il Filosofo [l.
cit.] asserisce che si dicono false «quelle cose che per natura Pareno fatte
apposta per apparire di altra qualità o di altra natura». E in quest‘ultimo
senso si dice falso anche colui che è amante di opinioni e locuzioni false. Non
però per il semplice fatto che ha la capacità di pensarle e di formularle,
perché altrimenti, come nota Aristotele [l. cit], anche i sapienti e gli
scienziati sarebbero detti falsi.
(San Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, Articolo 1 , Argomento 17)
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