mercoledì 20 marzo 2013

FRANCESCO A TESTA IN GIU'...

Il simbolo del capovolgimento è reale. Se uno ha visto il mondo capovolto, con tutti gli alberi e le torri appesi all'in giù come quando si specchiano in uno stagno, un possibile risultato sarebbe di mettere l'accento sul concetto di dipendenza. La correlazione è latina e letteraria; infatti il termine "dipendente" propriamente significa "appeso". Darebbe vita al testo delle Scritture in cui si dice che Dio ha appeso il mondo sul nulla. Se in uno dei suoi strani sogni san Francesco avesse visto la città di Assisi capovolta, sarebbe stata perfettamente uguale a se stessa, tranne che per il fatto di essere capovolta. Ma il punto è questo: mentre a un occhio normale la possanza delle sue mura, le massicce fondamenta delle sue torri d'osservazione e la sua fortezza l'avrebbero fatta sembrare ancora più sicura e più stabile, nel momento in cui la si capovolge il suo peso stesso la farebbe sembrare più indifesa e più esposta al pericolo. Non è altro che un simbolo, ma si dà il caso che si adatti alla realtà psicologica. San Francesco avrebbe potuto amare la sua cittadina quanto l'amava prima, o forse anche di più; ma pur amandola di più, l'essenza del suo amore sarebbe stata diversa. Avrebbe potuto vedere e amare ogni tegola dei tetti spioventi e ogni uccello posato sui bastioni, ma li avrebbe visti in una prospettiva nuova e soprannaturale di costante pericolo e dipendenza. Invece di essere semplicemente fiero della sua città perché forte e salda, avrebbe ringraziato Dio onnipotente perché non l'aveva lasciata cadere, avrebbe ringraziato Dio perché non lasciava cadere l'intero cosmo come un vaso di cristallo che si infrangesse in una miriade di stelle cadenti. Forse è così che San Pietro aveva visto il mondo quando fu crocifisso a testa in giù.

(Gilbert K. Chesterton, San Francesco d'Assisi, edito in Italia da Lindau)

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