martedì 7 agosto 2012

Se i nomi essenziali presi in astratto possano designare le persone divine...

Intorno a questo argomento cadde in errore l‘abate Gioacchino [da Fiore] il quale, considerando che a motivo della sua semplicità Dio non è altro che l‘essenza divina, sosteneva l‘ortodossia di questa espressione: l‘essenza genera l‘essenza, messa alla pari di quest‘altra: Dio genera Dio. — Ma in ciò egli si ingannava: affinché un‘espressione corrisponda a verità non si deve guardare solo al significato, ma anche al modo di significare. Ora, sebbene Dio e divinità realmente indichino la stessa cosa, non è però uguale il loro modo di esprimerla. Infatti il termine Dio indica l‘essenza divina come esistente in un soggetto, e proprio per questo suo modo di esprimerla può normalmente designare la persona: quindi al termine Dio si può unire come predicato quanto è proprietà delle persone, e dire: Dio è generato, o Dio genera. Invece la voce essenza, per il suo modo di esprimere, non può designare la persona: poiché serve a indicare la divinità come forma astratta. Quindi quanto è proprio delle persone e serve a distinguerle tra di loro non può essere attribuito all‘essenza: poiché ricadrebbe sull‘essenza la distinzione che c‘è fra le persone.

Tommaso d'Aquino (Summa Theologiae)

Nessun commento:

Posta un commento