Per chi considera la semplicità divina la soluzione del quesito è evidente. Come infatti , la semplicità divina richiede che in Dio la natura sia identica al supposito; il quale, nelle sostanze spirituali, non è altro che la persona. Ma allora sorge l‘obiezione di come sia possibile che le persone si moltiplichino mentre l‘essenza conserva la sua unità. Poiché dunque, secondo Boezio [De Trin. 6], «la sola relazione dà origine alla trinità delle Persone», alcuni dissero che in Dio l‘essenza e le persone differiscono tra loro allo stesso modo in cui dicevano che le relazioni erano assistenti, considendo in esse solo il rapporto al termine, e non la realtà.Come nelle creature le relazioni sono accidenti, così in Dio sono la sua stessa essenza. Quindi in Dio l‘essenza non differisce in realtà dalla persona; e tuttavia le persone differiscono realmente fra di loro.La persona significa la relazione come un sussistente nella natura divina. Ora, la relazione rapportata all‘essenza non differisce realmente, ma solo concettualmente; rapportata invece alla relazione opposta, in forza dell‘opposizione, si distingue realmente. E così si ha un‘essenza e tre persone.
(Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae)
Nessun commento:
Posta un commento