Oh se fossi re! Quante belle cose vorrei adempire. Prima
di ogni altra, vorrei essere sempre un re religioso, come ora sono e spero di
esserlo sempre. Combatterei prima di tutto il divorzio, da molti cattivi
desiderato, e farei sì che il sacramento del matrimonio fosse maggiormente
rispettato.
Che cosa accade a Giuliano l’apostata, il quale era
intrepido, temperante e studioso, ma che ebbe poi il gran torto di rinnegare il
cristianesimo, in cui era stato educato, perché si era già fisso in mente di
far risorgere il paganesimo? Per lui fu tempo sprecato, perché non ottenne
altro che l’odioso nome di apostata.
Anzi io cercherei di illustrare il mio nome col battere
sempre la via del vero cristiano; guai poi a coloro che non volessero seguirla!
Li punirei subito o col metterli in prigione o coll’esilio o pure con la morte.
Avrei a massima l’esempio di Alessandro Severo: “non fate ad altri quello che
non vorreste a voi fosse fatto”. Durante il mio regno non farei altro che visitare
le provincie per migliorarne l’amministrazione, e lasciare dappertutto memorie
con egregi monumenti, come porte strade circhi biblioteche ecc…
Mi dimostrerei affabile, umano, osservatore delle leggi,
passeggerei come semplice cittadino, darei udienza a tutti, vestirei alla
buona, usando vesti fatte dalle donne in casa.
Accoglierei alla mia corte i più grandi scrittori,
stipendierei bene i maestri di retorica, favorirei le arti e sarebbe mia
massima quella di Vespasiano . “ che solo un amico dell’umanità è degno di
comandare”.
Francesco Forgione (San Pio da Pietralcina).
1902
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