venerdì 29 giugno 2012

Riabilitare Pio IX

Riabilitare Pio IX...

Inizia così un articolo sul foglio, vediamo in cosa consiste (pubblico solo una parte)

Sono stati da poco pubblicati due studi significativi, entranbi dedicati al papa Pio IX.. che dovrebbero servire  a ridarci, a tutto tondo, l'immagine di un pontificato chiave per la storia dell'Italia e della chiesa universale. Un pontificato spesso frainteso, o addirittura calunniato...Infatti ancora oggi viene trattato sui libri di testo della scuola dell'obbligo come si trattasse di un ottuso retrogrado, di un dinosauro sopravvissuto al passare dei secoli?

Mi chiedo perchè?

"Al solo scopo di seppellire preventivamente un pensiero e un magistero così incisivi ed intelligenti".
(Il Foglio, 29/06)

giovedì 28 giugno 2012

Se Dio conosca le cose con una conoscenza propria....

Tutto ciò che vi è di perfezione in ogni creatura preesiste ed è contenuto in Dio in grado eminente. Ora, non ha carattere di perfezione soltanto ciò in cui le creature convengono, cioè l‘essere, ma anche ciò in cui si distinguono tra loro, come il vivere, l‘intendere, ecc., per cui gli esseri viventi si distinguono dai non viventi, e quelli razionali dai non razionali. E così pure ogni forma, per mezzo della quale ciascuna cosa è costituita nella propria specie, è una perfezione. Così dunque tutte le cose preesistono in Dio non solo per ciò che hanno di comune, ma anche quanto a ciò per cui sono distinte. Quindi, siccome Dio racchiude in sé tutte le perfezioni, l‘essenza divina si rapporta a tutte le essenze delle cose non come un principio generico rispetto ai termini particolari, quali ad es. l‘unità rispetto ai numeri o il centro rispetto alle linee, ma quale attualità perfetta rispetto alle imperfette, come se si dicesse uomo in rapporto ad animale, oppure sei, che è un numero perfetto, in rapporto ai numeri imperfetti che contiene. Ora, è chiaro che con un atto perfetto si possono conoscere gli atti imperfetti non solo in generale, ma anche con conoscenza propria. Come chi sa che cosa è un uomo sa anche con esattezza che cosa è un animale; e chi conosce il numero sei conosce, in modo distinto, il numero tre. Così dunque, avendo l‘essenza divina in sé quanto vi è di perfezione nell‘essenza di ciascuna cosa, e molto di più, Dio può conoscere in se stesso, di conoscenza propria, tutte le cose. Infatti la natura di ogni essere consiste precisamente nel partecipare, in qualche maniera, la perfezione di Dio. Ma Dio non conoscerebbe perfettamente se medesimo se non conoscesse tutti i modi nei quali la sua perfezione può essere partecipata; e neppure conoscerebbe a perfezione la stessa natura dell‘essere se non conoscesse tutti i modi di essere. È quindi evidente che Dio conosce tutte le cose, nelle loro varietà e distinzioni, con una conoscenza propria...
(San Tommaso d'Aquino, articolo 6, argomento 14, Summa Theologiae)

mercoledì 27 giugno 2012

Partendo dall’aristotelico principio di non contraddizione….


Partendo dall’aristotelico principio di non contraddizione….

“ che cio che è sia quando è e che ciò  che non è non sia quando non è, è necessario”, con precisazione  che “ non è necessario né che tutto quanto ciò che è sia, né che tutto quanto ciò che non è non sia”.
La validazione di questo principio che lo Stagirita qualifica come il più saldo di tutti e al quale attribuisce il carattere della necessità, vale a dire della non ipoteticità, non può consistere in una dimostrazione, poiché, trattandosi di un principio generalissimo, non è deducibile da nulla, dal momento che nulla gli è anteriore.
Quindi nulla è anteriore all’ente…

Anche San Tommaso afferma che nulla è anteriore all’ente :
“L’essere è la prima delle realtà create”

 L‘ente è concettualmente anteriore al bene. Infatti il significato letterale del nome [che noi diamo a una cosa] è ciò che l‘intelletto concepisce della medesima, e che esprime mediante la parola: per cui è primo, come concetto, ciò che per primo cade sotto la concezione della nostra intelligenza. Ora, la prima cosa che la nostra intelligenza concepisce è l‘ente: poiché, come dice Aristotele [Met. 9, 9], una realtà è conoscibile in quanto è in atto. Per cui l‘ente è l‘oggetto proprio dell‘intelligenza: e quindi è il primo intelligibile, come il suono è il primo udibile. Così dunque l‘essere precede concettualmente il bene.
"Non si tratta più di contrapporre o conciliare natura e cultura"...

Mi chiedo, quando???

" Quando un bambino può nascere da una donna che non è sua madre, selezionato, progettato e offerto sul mercato; non ci sono categorie di pensiero consolidate per affrontare il fatto che l'umano diventi semplice materiale biologico da laboratorio, da manipolare, commercializzare, stoccare e catalogare attraverso società di servizi apposite. "
 ( Il Foglio, 27-06-2012, Pag 4)

martedì 26 giugno 2012

«O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!».

 In Dio vi è scienza allo stato perfettissimo. A Analisi di ciò bisogna considerare che gli esseri conoscitivi si distinguono dagli esseri non conoscitivi in questo, che i non conoscitivi hanno solo la propria forma, mentre quelli dotati di conoscenza sono fatti per avere anche le forme delle altre cose, poiché in colui che conosce si trova l‘immagine dell‘oggetto conosciuto. Quindi è chiaro che la natura degli esseri non conoscitivi è più ristretta e più limitata, mentre quella dei conoscitivi è di maggiore ampiezza ed estensione. Per tale motivo il Filosofo [De anima 3, 8] dice che «l‘anima è in certo qual modo tutte le cose». Ma la limitazione della forma viene dalla materia. Per questo anche sopra [q. 7, aa. 1, 2] abbiamo detto che le forme, quanto più sono immateriali, tanto più si accostano a una certa infinità. È dunque evidente che l‘immaterialità di un essere è la ragione della sua natura conoscitiva, e che la perfezione del conoscere dipende dal grado di immaterialità. Per questo Aristotele [De anima 2, 12] dice che le piante non sono dotate di conoscenza a causa della loro materialità. Il senso invece è conoscitivo per la sua capacità di ricevere le immagini delle cose senza la materia; l‘intelletto poi lo è ancora di più, in quanto maggiormente staccato dalla materia e senza misture, come dice Aristotele [De anima 3, 4]. Quindi, essendo Dio nel sommo grado di immaterialità, come appare chiaro da ciò che precede [q. 7, a. 1], ne viene che egli è all‘apice del conoscere. (San Tommaso d'Aquino, Summma Theologiae, Argomento 14, Articolo 1)
Lo stagirita (Aristotele) afferma : l'indagine verte intorno alla sostanza. Infatti si ricercano le cause e i principi delle sostanze poiche'tra le sostanze alcune sono immobili e soprasensibili ossia di natura divina ed esse sono causa del movimento dei cieli e quindi di tutto l' universo, da un tale principio dipendono il cielo e la natura. E parimenti chiara la convergenza della filosfia prima come teologia e come la ricerca delle cause e dei principi. (metafisica)
La natura stessa di Dio come è in sé non la conosce né il cattolico né il pagano, ma l‘uno e l‘altro la conoscono secondo una certa ragione di causalità, o di eminenza, o di negazione, come si è detto [q. 12, a. 12]. E da questo punto di vista essi possono prendere il nome Dio nello stesso significato: sia il pagano quando dice: «L‘idolo è Dio», sia il cattolico quando ribatte: «L‘idolo non è Dio». Se però vi fosse qualcuno che non conoscesse Dio in alcun modo, allora neppure potrebbe nominarlo, o al massimo potrebbe nominarlo come quando noi proferiamo parole di cui ignoriamo il significato.
. (San Tommaso d' Aquino, Summa Theologiae, Argomento 10, Analisi delle obiezioni 3)

lunedì 25 giugno 2012

Finalmente un bel calcio giocato!

 

L'Italia vince nel modo più pazzesco. Ora non facciamo la fine dei wurstel

Inghilterra-Italia: 0-0 dts, 2-4 (dopo calci di rigore). Arbitro: Proença (Portogallo).
Gliela abbiamo fatta. Nel modo più pazzesco: ai rigori. Gli dei e la tradizione vogliono che i tiri dal dischetto puniscano la squadra che ha dominato e l’Italia ha dominato, largamente: ha tirato quindici volte in porta, preso anche due pali ma dopo due tempi regolamentari e i due supplementari segna sempre zero al tabellino. Sembrano tanto più maledetti i rigori che quel volpone di Hodgson li ha auspicati, cercati e preparati. La suprema beffa non c’è stata.

C’è da tremare quando proprio Balotelli va ad aprire la serie: è tanto incazzato che potrebbe indifferentemente tirare in tribuna o sfondare la rete. La mette dentro. Va a segno anche l’eroico Gerrard,  almeno da mezz’ora sta in piedi con una gamba sola. Sbaglia Montolivo, ha unmentale che traballa: se avesse più carattere, con la classe che ha e ha mostrato in campo anche stasera, sarebbe uno fra i più forti d’Europa.  Non sbaglia Rooney, lui sì frescocome una rosa, per centoventi minuti ha fatto da comparsa. Magico e insolente il cucchiaio di Pirlo. Immenso Buffon che neutralizza Young, sui punti deboli  dei tiratori inglesideve aver passato ore. Roccia che ha anche piedi buoni,Nocerino: la sua astuta loffia manda in bianco il portiere inglese: il Noce è entrato a metà del secondo tempo regolamentare al posto di uno sciancato De Rossi, ha fattoottime giocate sfiorando il gol un paio di volte: avrebbe anche segnato di testa, peccato che tenesse proprio unagamba oltre la linea del fuori gioco. E poi Diamanti, giovane e spavaldo: è mancino ma mette alla destra del portiere inglese, pare che sia stato Buffon a dirgli di aprire il tiro anziché chiuderlo. In un impeto di originalità gli hanno chiesto cosa stesse pensando in quel momento: “a nulla” ha detto. Santo iddio ma gli intervistatori Rai non sanno che uno non sbaglia proprio perché in quel  momento in testa non ha nulla, se non il vuoto, il silenzio assoluto?  
Quattro a due ai rigori dunque: Italia in semifinale. I guai però cominciano ora.

Abbiamo qualcosa da rivedere, qualche ingranaggio da risistemare. Se l’Inghilterra non ha potuto fare altro che giocare all’italiana del tempo andato è anche per merito degli Azzurri che li hanno sovrastati in lungo e in largolasciando loro solo un paio di colpi di testa per tempo. Ma aver fatto la partita come si dice in gergo, non ci fa di colpo Spagna: non abbiamo i loro sei, sette talenti e sotto portaanneghiamo in un bicchier d’acqua, perdiamo spirito e istinto del killer. Le occasioni più pericolose le hanno creato i centrocampisti, per tutte valga il sinistro a giro di De Rossi che da fuori area si è stampato sul palo, dopo tre minuti. Ancora troppo lento Balotelli che pure si è dato da fare, ha corso, lo stesso ha fatto Cassano: due buone prestazioni da single non ne fanno però una buona dicoppia. Uno dovrebbe essere la mente e l’altro il braccio, ma questo non  si è visto praticamente mai. Cassano non gioca come nel Milan perché non ha nessuno da armare,Balotelli non è Ibra, né dentro né fuori dall’area, quando va bene si arma da solo. Forse dovremmo prendere atto chesono male assortiti.

Abbiamo speso molto atleticamente contro una squadrafisica come l’Inghilterra. La Germania invece contro la Grecia ha giocato in economia e riposerà due giorni in più. Avremo di nuovo un’ora nelle gambe, proprio come all’inizio del torneo. In quell’ora dovremo buttarla dentro, se no finiremo cotti e mangiati. Come undici wurstel. Questo ci farebbe male assai.  E non solo a noi.

domenica 24 giugno 2012

E' sapiente colui che e' in grado di conoscere le cose difficili, ossia che non sono facili da conoscere per l'uomo. Infatti il percepire e' una cosa comune a tutti: per quanto e' facile e per nulla sapiente. ( Aristotele)
E' sapiente colui che e' in grado di conoscere le cose difficili, ossia che non sono facili da conoscere per l'uomo. Infatti il percepire e' una cosa comune a tutti: per quanto e' facile e per nulla sapiente. ( Aristotele)
 "L'uomo è la creatura ad immagine e somiglianza di Dio"

Ogni creatura assomiglia a Dio in quanto lo rappresenta e gli assomiglia e in quanto possiede una qualche perfezione; non però da rappresentarlo come un qualcosa della stessa specie o dello stesso genere, bensì come un principio trascendente dalla cui forma gli effetti sono lontani ma col quale tuttavia hanno una certa somiglianza. (San Tommaso d'Aquino, Argomento 13, Articolo 2, Summa Theologiae)

sabato 23 giugno 2012

BENEDETTO XVI
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 24 giugno 2007

Cari fratelli e sorelle,
quest'oggi, 24 giugno, la liturgia ci invita a celebrare la solennità della Nascita di San Giovanni Battista, la cui vita è tutta orientata a Cristo, come quella della madre di Lui, Maria. Giovanni Battista è stato il precursore, la "voce" inviata ad annunciare il Verbo incarnato. Perciò, commemorare la sua nascita significa in realtà celebrare Cristo, compimento delle promesse di tutti i profeti, dei quali il Battista è stato il più grande, chiamato a "preparare la via" davanti al Messia (cfr Mt 11, 9-10).
Tutti i Vangeli iniziano la narrazione della vita pubblica di Gesù con il racconto del suo battesimo nel fiume Giordano ad opera di Giovanni. San Luca inquadra l’entrata in scena del Battista con una cornice storica solenne. Anche il mio libro Gesù di Nazaret prende le mosse dal battesimo di Gesù al Giordano, evento che ebbe enorme risonanza ai suoi tempi. Da Gerusalemme e da ogni parte della Giudea la gente accorreva per ascoltare Giovanni Battista e farsi da lui battezzare nel fiume, confessando i propri peccati (cfr Mc 1,5). La fama del profeta battezzatore crebbe a tal punto che molti si domandavano se fosse lui il Messia. Ma egli – sottolinea l’evangelista - lo negò recisamente: "Io non sono il Cristo" (Gv 1,20). Egli comunque resta il primo "testimone" di Gesù, avendone ricevuto indicazione dal Cielo: "L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo" (Gv 1,33). Questo precisamente accadde quando Gesù, ricevuto il battesimo, uscì dall’acqua: Giovanni vide scendere su di Lui lo Spirito come una colomba. Fu allora che "conobbe" la piena realtà di Gesù di Nazaret, e iniziò a farlo "conoscere a Israele" (Gv 1,31), indicandolo come Figlio di Dio e redentore dell’uomo: "Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29).
Da autentico profeta, Giovanni rese testimonianza alla verità senza compromessi. Denunciò le trasgressioni dei comandamenti di Dio, anche quando protagonisti ne erano i potenti. Così, quando accusò di adulterio Erode ed Erodiade, pagò con la vita, sigillando col martirio il suo servizio a Cristo, che è la Verità in persona. Invochiamo la sua intercessione, insieme con quella di Maria Santissima, perché anche ai nostri giorni la Chiesa sappia mantenersi sempre fedele a Cristo e testimoniare con coraggio la sua verità e il suo amore per tutti.

Ricordando San Giovanni.....
"E' scritto siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli"

Come riferisce Aristotele (Metafisica 12,7), alcuni antichi filosofi, cioè i Pitagorici e Speusippo, non attribuirono al primo principio la bontà e la perfezione assoluta. E la ragione è che gli antichi filosofi considerarono soltanto la causa materiale, e la causa materiale è la più imperfetta. La materia, infatti, in quanto tale, è in potenza, e quindi sommamente imperfetta.
Dio va invece posto come causa prima non materiale, ma nell'ordine delle cause efficienti, e una tale causa è necessariamente perfettissima...( Si dice prima che Dio è la prima causa efficiente).... poichè come la materia in quanto tale è in potenza così l'agente in quanto tale è in atto.
Quindi il primo principio attivo deve essere attuale al massimo grado, e per conseguenza sommamente perfetto, poichè un essere è detto perfetto in proporzione alla sua attualità..Perfetta infatti si dice quella realtà a cui non manca nulla, tenuto conto del grado della sua perfezione. (San Tommaso d'Aquino, Argomento 4, Articolo 1, Summa Theologiae)
 Una bella frase, anche se scritta tanto tanto tempo fa, oggi si ritrova ad essere del tutto attuale.

"Anche l'onore mondano, il potere, il dominio posseggono una loro dignità, origine fra l'altro nell'uomo del desiderio di vendetta. Tuttavia per ottenere tutti questi beni non occorre allontanarsi da Te, Signore, nè deviare dalla tua Legge. La Vita stessa che viviamo qui sulla terra possiede un suo fascino, che le deriva da una certa misura di grazia sua propria e dall'armonia con tutte le altre minime bellezze dell'universo. E l'amicizia fra gli uomini non è forse deliziosa per l'amabile modo con cui unifica molte anime???" (Sant'Agostino, Confessioni)
Un breve pensiero per un Santo che ci sta nel cuore un pò a tutti!!!
Fonte:www.vatican.va


Padre Pio da Pietrelcina, come l'Apostolo Paolo, al vertice della sua vita e del suo apostolato pose la Croce del suo Signore come sua forza, sua sapienza e sua gloria. Infiammato d'amore per Gesù Cristo, si conformò a Lui nell'immolazione di sé per la salvezza del mondo. Nella sequela e nell'imitazione di Cristo Crocifisso fu così generoso e perfetto che avrebbe potuto dire: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 19). E i tesori di grazia che Dio gli aveva concesso con singolare larghezza senza sosta egli dispensò con il suo ministero, servendo gli uomini e le donne che a lui accorrevano sempre più numerosi e generando una immensa moltitudine di figli e figlie spirituali





Francy....che ci fai qua??? ahahahahahah

venerdì 22 giugno 2012


Un buon articolo da leggere, uscito sul Foglio qualche giorno fa.
Non ci sono droni che diano la caccia ai capi del Boko Haram in Nigeria. Niente dispositivi Humint (Human intelligence), in quel paese, né truppe speciali che pongano fine alla mattanza di centinaia di cristiani trucidati, mentre pregano, nelle loro chiese. “In questo momento, se un direttore di una agenzia d’intelligence occidentale – confida al Foglio una fonte diplomatica – vuole mettere in discussione la propria carriera, non deve fare altro che nominare, ai suoi capi politici, la Nigeria e i genocidi compiuti dalle bande islamiste colluse con gli apparati di sicurezza e diversi membri del governo del presidente Goodluck Jonathan”. I riflettori sono puntati altrove. Afghanistan, Iran, Siria sì che sono argomenti della massima priorità e di enorme impatto sull’opinione pubblica e sul proprio elettorato. La Nigeria e i suoi cristiani possono attendere. “Al limite – continua il nostro interlocutore – viene concesso di parlare dell’efficacia dei droni e dei successi dell’intelligence, in Yemen, contro al Qaida.
Per il momento, al di là delle condanne di rito, nessuno ha voglia di mettere le mani nel ginepraio terroristico nigeriano e, men che meno, di rompere il precario equilibrio venutosi a stabilire, dietro pagamento di un vero e proprio pizzo, tra le aziende petrolifere e la congerie dei gruppi islamisti con in testa Boko Haram”. Le metastasi jihadiste hanno ormai invaso gran parte del continente africano contribuendo ad ampliare e consolidare il nuovo fronte fondamentalista, uscito vincitore dalla primavera araba, con il quale dovrà fare i conti l’intero occidente. “Un fronte – puntualizza la fonte diplomatica – che rende l’uccisione di Abu Yahya al Libi, numero due di al Qaida, avvenuta lo scorso 4 giugno a opera di un drone americano (e ieri smentita con un video da al Qaida) poco meno di uno spot elettorale”. Come pure viene prestata la massima attenzione a non invischiarsi, con azioni di contrasto, nei meandri occidentali dei fiancheggiatori della causa islamista e dei dittatori più sanguinari. Cioè di coloro che attribuiscono allo stato di povertà la causa degli eccidi a danno dei cristiani, in Nigeria e non solo e che, ora, dopo Slobodan Milosevic e Saddam Hussein, stanno costituendo dei comitati di sostegno anche a favore di Bashar el Assad.
Sennonché il vero denominatore comune, che li lega ai destini del fondamentalismo islamico e di dittatori come il rais siriano, è l’antisemitismo e l’odio contro l’occidente e le sue armate di occupazione. “Da anni questi gruppi – ricorda la nostra fonte – condividono con i movimenti jihadisti una lista delle persone che meritano di essere eliminate. Al primo posto figurano, ovviamente, gli ebrei, seguiti a stretto giro dai cristiani e poi dai cittadini statunitensi. Di tutto questo dovrebbe ricordarsi Barack Obama mentre lancia i suoi droni nello Yemen o tratta segretamente con l’Iran che vuole distruggere Israele”. Intanto in Nigeria i cristiani continuano a morire e non certo per lo stato di povertà che affligge il paese ma per l’odio nei loro confronti.
Pio Pompa.

La nostra conoscenza naturale, trae origine dal senso, e quindi si estende fin dove puo' essere condotta come per mano dalle realta' sensibili. Ora, mediante le realta' sensibili il nostro intelletto non puo' giungere sino al punto di vedere l'essenza divina, poiche' le creature sensibili sono effetti di Dio che non adeguano la potenza della loro causa. Quindi mediante la conoscenza delle realta' sensibili non si puo' avere la piena conoscenza della potenza di Dio, e per cio' stesso neppure quella della sua essenza. Ma siccome tali realta' sono effetti dipendenti dalla loro causa, ne segue che per mezzo di esse possiamo essere condotti sino a conoscere di Dio se esista, e a conoscere altresi' cio che a lui conviene necessariamente come alla causa prima di tutte le cose, eccedente tutti i suoi effetti. Quindi noi conosciamo di Dio la sua relazione con le creature, che cioe' egli e' la causa di tutte, e la differenza esistente tra queste e lui, che cioe' egli non e' nulla di quanto e' causato da lui; e che cio' va escluso da lui non gia perche' egli sia mancante di qualcosa, ma perche' tutto supera. (San Tommaso d'Aquino, articolo 12,argomento 12, Summa Theologiae)