mercoledì 28 maggio 2014

" Avrebbe potuto costruire un suo universo usando solo ciottoli e paglia"

Nel senso di miracoli veri e propri, non ce ne sono tanti attribuiti a San Tommaso d'Aquino come nelle vite di altri santi persino meno autorevoli; sono però di provata autenticità; perché lui era un uomo pubblico molto in vista e, cosa che gioca a suo favore, aveva una quantità di nemici di grande credibilità in grado di vagliare le sue affermazione. C'è almeno un miracolo di guarigione, quello di una donna che aveva toccato la sua veste; e molti episodi che possono essere considerati delle varianti della storia del crocifisso di Napoli. Tuttavia una di queste storie è di particolare rilevanza in quanto ci porta in un ambito più privato; più personale e persino più profondo della sua vita religiosa: quello che si esprime attraveerso la poesia. Quando era a Parigi, gli altri dottori della Sorbona lo misero di fronte al problema della natura della trasformazione mistica degli elementi dell'eucarestia, e lui mise per iscritto, come era solito fare, una spiegazione razionale ed esauriente della sua interpretazione. È superfluo dire che avvertì con sincero candore il peso della responsabilità di un verdetto del genere e, pare che gli abbia causato maggiore preoccupazione di quanto gliene causasse di solito il suo lavoro. Pregò Iddio più a lungo del consueto affinché lo illuminasse e infine, con uno dei pochi ma sensazionali gesti che hanno contraddistinto le svolte della sua vita, gettò la sua relazione sull'altare ai piedi del crocifisso e la lasciò come in attesa di giudizio. Poi si volse, scese i gradini dell'altare e si immerse nuovamente nella preghiera. Ma pare che gli altri frati siano rimasti a guardare, il che è molto verosimile perché in seguito affermarono che la figura di Cristo fosse scesa dalla croce davanti ai loro occhi e si fosse fermata in piedi sulla pergamena, dicendo: " Tommaso, ciò che hai scritto sul sacramento del mio corpo è la verità". Si dice che fu a seguito di questa visione che il suo corpo si è sollevato miracolosamente a mezz'aria. Un acuto osservatore contemporaneo di Tommaso d'Aquino disse che lui " Potrebbe ricostruire tutta la filosofia, se venisse distrutta da un incendio". È ciò che si intende quando si dice che era un uomo singolare, una mente creativa, e che avrebbe potuto costruire un suo universo usando solo ciottoli e paglia, facendo a meno anche dei manoscritti di Aristotele e Agostino.

( Estratto della grande biografia su San Tommaso d'Aquino, scritta da Gilbert Keith Chesterton)