domenica 27 gennaio 2013

Socrate uomo giusto/3

Socrate: Bisogna stare attenti più a non commettere ingiustizia che a non subirla, e la massima preoccupazione per un uomo deve essere quella non di sembrare buono, ma di esserlo, sia nella vita privata sia nella vita pubblica. Se poi qualcuno commette una colpa, bisogna punirlo; poiché questo è il bene che viene per secondo, dopo l'essere giusto: ridiventare giusto pagando il proprio debito alla giustizia. E bisogna evitare ogni forma di adulazione, sia verso se stessi sia verso gli altri, sia con poche persone sia con molte. E bisogna usare la retorica, come ogni altra attività umana, sempre e solo per scopi giusti.
(Platone, Gorgia)

Alla fine del Gorgia, Socrate riassume la sua concezione di giusto. Parimenti ci fa capire il valore salvifico della pena, non come ingiustizia verso chi la deve compiere ma come espiazione di quel male.
La pena ha un valore salvifico sia per il corpo che per l'anima.

lunedì 21 gennaio 2013

La temperanza...

 La temperanza è la virtù morale che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati. Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà. La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio istinto e la propria forza assecondando i desideri del proprio cuore.83 La temperanza è spesso lodata nell'Antico Testamento: « Non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri » (Sir 18,30). Nel Nuovo Testamento è chiamata « moderazione » o « sobrietà ». Noi dobbiamo « vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo » (Tt 2,12).

La temperanza è la virtù utile e necessaria affinché ognuno di noi possa vivere una vita sobria, giusta e desiderosa di verità.
Leggendo il "Gorgia" di Platone, Socrate fa una riflessione mettendo in risalto la virtù della temperanza. 
Socrate contraddice Callicle, il quale sostiene che il bene è sempre associato al piacere.

Socrate : Metti che uno ha la scabbia e ha voglia di grattarsi, e avendo la possibilità di grattarsi a suo piacimento passa tutto il tempo a grattarsi; secondo te la sua è una vita felice?

L'eccesso di piacere come cessazione di dolore o come bisogno personale, non fa condurre una vita equilibrata e onesta.

mercoledì 16 gennaio 2013

Socrate, uomo giusto/2

L'uomo giusto ha bisogno di testimoniare, anche un istante prima della morte: la verità. Non può scendere a nessun compromesso, non può fuggire, ma deve accettare quello che il Sapiente per eccellenza gli chiede.
Chiarisce il Catechismo della Chiesa Cattolica:
 Davanti a Pilato Cristo proclama di essere venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità.  Il cristiano non deve vergognarsi « della testimonianza da rendere al Signore » (2 Tm 1,8). Nelle situazioni in cui si richiede che si testimoni la fede, il cristiano ha il dovere di professarla senza equivoci, come ha fatto san Paolo davanti ai suoi giudici. Il credente deve « conservare una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini » (At 24,16)

In maniera analoga:
Socrate porta a compimento il suo intento pedagogico ed etico. Pur avendo l'occasione di fuggire, Egli si riconferma un uomo giusto.
Riporto uno stralcio del dialogo tra Socrate e Critone.( L'opera Apologia di Socrate-Critone è stata scritta da Platone).

Socr :Ora, ci è mai possibile vivere con un corpo malandato e corrotto?
Crit  :  Assolutamente no.
Socr : E ci sarebbe possibile vivere se fosse corrotta quella parte di noi che viene guastata dall'ingiusto,                           mentre dal giusto riceve giovamento? O giudichiamo inferiore al corpo quella parte di noi, qualunque essa   sia, che è di pertinenza della giustizia e dell'ingiustizia?
Crit : Niente affatto.
Socr : La giudichiamo, allora, superiore?
Crit : E di molto.
Socr : Allora, carissimo, dovremo curarci di cosa dirà di noi non la gente, ma colui che di giusto e ingiusto se ne intende, lui solo è la verità stessa. Quindi non è corretta, in primo luogo, questa tua proposta di curarci dell'opinione della gente sul giusto, il bello, il buono e il loro contrari. 
Crit : Socrate, è vero.
Socr: Ma, mio meraviglioso amico..... Rifletti adesso se resta vero o meno che estremamente importante è non tanto vivere quanto vivere bene.

martedì 15 gennaio 2013

Socrate, uomo giusto....

Un uomo giusto, così, ho definito e hanno definito Socrate.
Interrogandosi sul tema della morte corporea Socrate ci fa riflettere e ci fa capire il vero significato della sapienza applicata alla vita dell'uomo. Non appartenendo e non essendo esponente di una religione in particolare Socrate attraverso il buon utilizzo della ragione ci mostra la verità.
Essendo un uomo giusto e veritiero verrà condannato, e morirà nel 399 a.C. bevendo la cicuta.
Riporto un celeberrimo passo dell'Apologia di Socrate-Critone ( l'opera è stata scritta da Platone e quindi alcuni filosofi e storici affermano che incide nelle parole di Socrate anche il pensiero Platonico):

Se a questo punto mi si dicesse:
" Non ti vergogni Socrate di esserti dedicato a un'occupazione per cui rischi ora la morte?"
" Hai torto caro mio, se pensi che un uomo anche di non grande valore debba far conto del pericolo di vita o di morte: l'unica cosa di cui dovrà curarsi, quando agisce, sarà se le sue azioni sono giuste o meno, e le sue opere degne di un uomo nobile o ignobile"

In seguito chiarisce ancora:
"Infatti temere la morte,cittadini, altro non è che credere di essere sapiente senza esserlo, ovvero di sapere quel che non si sa. Della morte ,in realtà, nessuno può sapere con sicurezza neanche se sia il supremo bene toccato all'uomo, e tuttavia vien temuta nella certezzza che sia il supremo male."

E non è la più riprovevole forma di ignoranza, questo presumere di sapere ciò che non si sa?

lunedì 14 gennaio 2013

Lo Stato Ideale/2

Conseguentemente a quanto già detto (Stato Ideale), Platone descrive alcune caratteristiche che con qualsiasi forma di potere o governo non possono mancare.
Una su tutte, che a volte nei nostri ordinamenti moderni manca, è l'assolutezza della verità.
Lo Stato per Platone ha un valore assoluto, in quanto luogo totale della formazione totale dell'uomo, che a sua volta è impensabile in disgiunzione dall'assolutezza della verità. Anche la dimensione etico-politica non ha alternative.

La formazione dell'universo per Platone...

Mi colpisce la formazione dell'universo platonico. Pur attribuendo la creazione del mondo al cosìdetto Demiurgo e non avendo una veridicità cristiana mette in risalto numerosi elementi nuovi nel suo periodo.
Molto importante è anche il concetto di ordine e di disordine.

La concezione platonica:
Il mondo è stato costruito da un artigiano divino, il quale essendo buono, ha voluto come diffondere il bene nel visibile, che per sé versa in uno stato di disordine, ossia di male. E poiché il bene è ordine, e l'ordine richiede una mente, che comporta vita, gliene diede una, ossia lo costruì come un vivente. Le cose che vediamo e il mondo non sono dunque che il corpo e le parti di un organismo animato.

Stato ideale...

La democrazia, Platone la paragona a una nave sulla quale tutto l'equipaggio pretende di essere pilota, senza averne la capacità e che si genera di seguito alla sollevazione dei poveri nel regime oligarchico e al loro sopravvento. In essa prevale l'elemento concupiscibile e l'impulso a soddisfare ogni desiderio, indipendentemente dalla sua bontà e rettitudine. Per cui ciò che caratterizza questa forma di costituzione, sono la libertà sfrenata, ossia la licenza e l'anarchia. In effetti il democratico è già tiranno nel suo spirito corrotto, solo gli manca l'abilità di dare effettiva esecuzione e concreta attuazione alle sue brame.
Platone analizza e condanna anche la tirannide...

L'unico modello che si può avvicinare allo Stato Ideale platonico, lo descrive in Leggi (IV, 710 c-d; 711a-712a)qui riportato:

Se il potere è nelle mani di un principe giovane e saggio, dotato di buone qualità intellettive e di forza morale, esso è il regime che più s'approssima allo stato perfetto e che può dirigere i cittadini alla virtù con minori fatiche.

Fonte: ( Storia della Filosofia antica, Marcello Zanatta, BUR)

venerdì 4 gennaio 2013

Opinioni...

"Quanto alla Chiesa, essa non lascerà mancare mai e in nessun modo l'opera sua, la quale tornerà tanto più efficace quanto più sarà libera, e di questo devono persuadersi specialmente coloro che hanno il dovere di provvedere al bene dei popoli. Vi pongano tutta la forza dell'animo e la generosità dello zelo i ministri del santuario; e guidati dall'autorità e dall'esempio vostro, venerabili fratelli, non si stanchino di inculcare a tutte le classi della società le massime del Vangelo; impegnino le loro energie a salvezza dei popoli, e soprattutto alimentino in sé e accendano negli altri, nei grandi e nei piccoli, la carità, signora e regina di tutte le virtù."
(Leone XIII, Rerum Novarum)

Questa è una piccola parte della conclusione dell'enciclica Rerum Novarum.
Oggigiorno è un "manuale" utile per i cattolici chiamati in politica. Sia per quelli che "salgono" in politica sia per l'elettorato cattolico.
Serve una grande partecipazione in politica dei cattolici per contrastare l'asse che vuole distruggere i principi non negoziabili.
L'Occidente, è frutto di insegnamenti, tradizioni, cultura cattolica, etica e pedagogia greco-romana che la contraddistinguono e hanno fatto sì che ancora oggi malgrado le difficoltà e le lotte interne, è di esempio per tutti i popoli.
Non bisogna cambiare in negativo, proiettandosi verso le false aspettative o la voglia di stravolgere il mondo che è frutto della mondanità e dell'opera incessante e introversa del maligno.
Quindi, salvaguardiamo il Bene che è rimasto nella nostra civiltà, nelle nostre case, nella nostra educazione ed interveniamo per salvaguardare quello che ci appartiene.