martedì 15 gennaio 2013

Socrate, uomo giusto....

Un uomo giusto, così, ho definito e hanno definito Socrate.
Interrogandosi sul tema della morte corporea Socrate ci fa riflettere e ci fa capire il vero significato della sapienza applicata alla vita dell'uomo. Non appartenendo e non essendo esponente di una religione in particolare Socrate attraverso il buon utilizzo della ragione ci mostra la verità.
Essendo un uomo giusto e veritiero verrà condannato, e morirà nel 399 a.C. bevendo la cicuta.
Riporto un celeberrimo passo dell'Apologia di Socrate-Critone ( l'opera è stata scritta da Platone e quindi alcuni filosofi e storici affermano che incide nelle parole di Socrate anche il pensiero Platonico):

Se a questo punto mi si dicesse:
" Non ti vergogni Socrate di esserti dedicato a un'occupazione per cui rischi ora la morte?"
" Hai torto caro mio, se pensi che un uomo anche di non grande valore debba far conto del pericolo di vita o di morte: l'unica cosa di cui dovrà curarsi, quando agisce, sarà se le sue azioni sono giuste o meno, e le sue opere degne di un uomo nobile o ignobile"

In seguito chiarisce ancora:
"Infatti temere la morte,cittadini, altro non è che credere di essere sapiente senza esserlo, ovvero di sapere quel che non si sa. Della morte ,in realtà, nessuno può sapere con sicurezza neanche se sia il supremo bene toccato all'uomo, e tuttavia vien temuta nella certezzza che sia il supremo male."

E non è la più riprovevole forma di ignoranza, questo presumere di sapere ciò che non si sa?

2 commenti:

  1. «Socrate - lo confesso - mi è così vicino che quasi sempre sono in lotta con lui»
    Frammenti postumi (1875-76)
    «Ecco l’enorme perplessità che ci prende ogni volta di fronte a Socrate e sempre di nuovo ci sprona a riconoscere il senso e il fine di questa problematicissima apparizione dell’antichità. Chi è costui che osa, lui solo, negare la natura greca, la quale attraverso Omero, Pindaro ed Eschilo, attraverso Fidia e Pericle, la Pizia e Dioniso, nel più profondo abisso e nella più alta vetta, è sicura della nostra stupefatta adorazione? Quale forza demonica è questa, che osa rovesciare nella polvere un tale filtro incantato? quale semidio è, cui il coro degli spiriti più nobili dell’umanità non può non gridare: ‘Ahi! ahi! Tu l’hai distrutto, con polso possente, il bel mondo; ed esso rovina, va in frantumi’»
    La nascita della tragedia
    «Uno straniero che s’intendeva di volti, allorché venne ad Atene, disse in faccia a Socrate che egli era un monstrum - che nascondeva in sé tutti i vizi e le peggiori bramosie. E Socrate si limitò a rispondere: ‘Lei mi conosce, signore!’.
    Crepuscolo degli idoli
    «Quando quel fisionomista ebbe rivelato a Socrate chi egli fosse, un covo di ogni malvagio appetito, il grande ironico aggiunse ancora una parola che fornisce la chiave per comprenderlo: ‘Questo è vero - disse - ma io sono diventato il signore di tutti»
    Crepuscolo degli idoli
    «Socrate volle morire - non fu Atene, ma lui stesso a darsi la coppa del veleno, egli costrinse Atene a dargliela ... ‘Socrate non è un medico’ - disse piano a se stesso: ‘In questo mondo solo la morte è il medico ... Quanto a Socrate, fu semplicemente a lungo malato’»
    Crepuscolo degli idoli

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  2. Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la bellezza. La ricerca porta alla verità. Un’ingiustizia non va commessa mai neppure quando la si riceve. Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né in vita né in morte, le cose che lo riguardano non vengono trascurate dal Dio. Ma ormai è giunta l’ora di andare io a morire e voi invece a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio è oscuro a tutti tranne che al Dio.
    - Apologia di Socrate

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